La legge nella Parma islamica

Se siete amanti dei gialli, soprattutto quelli italiani, lo sapete già da soli che è uscita una nuova inchiesta del commissario Soneri. E, ovviamente, sapete che l’autore è il parmigiano Valerio Varesi, giornalista di Repubblica a Bologna. Queste precisazioni geografiche potrebbero sembrare del tutto pedanti, diciamo pure inutili, se il libro non avesse il suo palcoscenico proprio nell’Emilia che va dalla città ducale alla città papalina (Bologna), passando per la città della Ghirlandina.

Ma l’interesse del libro, che raccomando in primo luogo ai politici e agli osservatori della realtà, sta solo in parte nell’omicidio che mette in moto il meccanismo dell’indagine. L’interesse è nella descrizione del contesto, come sempre nei libri di Varesi: e il contesto ci racconta dello sfibramento di Parma, città decaduta e persa dietro sogni di una grandeur che è scomparsa da tempo. Allo stesso tempo, narra lo sfibramento della forza della sinistra, del suo agire e della sua riflessione, oramai pallidi se non proprio assenti.

Nello scontro tra opposti fanatismi, quello dell’estremismo islamico sostenuto da qualche imam e quello dell’ideologia bianco-occidentale con mai sopite nostalgie per il fascismo, la sinistra si affida a un balbettante buonismo di maniera. La città appare smarrita e la tentazione dell’uomo forte si nasconde dietro  le finestre socchiuse, dove la maggioranza silente osserva i caroselli dei suv dei finti giustizieri della notte o l’andirivieni degli spacciatori immigrati.

Come andrà a finire? Per ora abbiamo la fine dell’indagine, per tutto il resto non saprei dire…

 

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