Noi, gente Franca

Sono nato nell’altro secolo (l’anagrafe vuole convincermi che era il 25 luglio 1953), scrivo in questo millennio e, ovviamente, ho un progetto segreto per intraprendere nuove attività nel prossimo. Nel prossimo millennio, intendo.
La mia gente è immigrata in Italia circa mille e trecento anni fa, seguendo il nostro leader, Carlo Magno. Apparteniamo alla gente Franca, come dimostra il nostro cognome. Venivamo da quel territorio che imbullonava insieme un pezzo di Germania e una parte di Francia: forse è per questa ragione che ci siamo trovati bene qui e non ce ne siamo più andati. Dalla metà tedesca abbiamo appreso il piacere del lavoro, dalla metà francese il piacere del piacere (della vita); e così siamo a cento, ma la percentuale dell’arte della tavola a chi la carico? All’Italia, ovviamente. Da entrambi abbiamo ereditato la cultura: crediamo di ascoltare ancora i dotti dibattiti dell’Accademia palatina. Non mi sento a disagio quando affermo di essere modenese, emiliano, italiano, europeo. Questa retorica è inserita nei miei cromosomi e io non posso farci niente. Oddio, forse i miei antenati speravano di fare maggior fortuna in Italia, come hanno poi fatto i nostri fratelli in Francia e in Germania. Per qualche tempo l’ho menata sostenendo che il cognome significava: franco di piccola nobiltà. Poi, viste come si sono messe le cose, ho cominciato a lasciar perdere. Ma non è detto che, un giorno o l’altro, io non vada a riunirmi con loro. In Austrasia o in Neustria.
Anche se è questa terra la mia terra. Perché è una terra dove chi passa qualcosa prende e qualcosa lascia. Io ho preso molto, spero di lasciare qualcosa. Intanto apro questo blog, vedi mai…Mica ce l’avevano all’Accademia palatina un blog.

L’autore del blog

Sono nato a Modena (per la precisione a San Damaso) nel 1953; sono sposato dal 1980 con Anna, abbiamo due figli: Ilaria ed Eugenio.
Ho studiato al liceo classico Muratori di Modena, mi sono laureato in Storia moderna all’Università di Bologna con una tesi sull’economia e la società modenesi nei primi vent’anni dopo l’Unità d’Italia.
Sono giornalista professionista e lavoro nel campo della comunicazione da trent’anni. Sono stato giornalista del quotidiano l’Unità e collaboratore del quotidiano La Repubblica.
Dal 1987 al 1993 ho diretto l’ufficio stampa del Comune di Modena, poi sono passato alla Regione Emilia-Romagna, dove ho lavorato dal 1994 al 2016 come responsabile dell’Agenzia di informazione e comunicazione.
Sono entrato nel cda della Fondazione Collegio san Carlo nel 1986, ne sono divenuto Presidente nel 1998. La Fondazione ha progettato e realizzato, assieme ad alcuni enti locali, il Festival Filosofia e io ne sono stato presidente dalla nascita fino al 2008.
Mi sono occupato di turismo come consigliere dell’APT dell’Emilia-Romagna.
Ho cominciato a pubblicare piccoli saggi e lunghi articoli a metà degli anni Settanta sulla rivista Quaderni Modenesi, e non ho ancora smesso. Quaderni Modenesi, che era nata dal Circolo Formiggini, presto decise di chiudere.