La Buona Scuola? Rimandata a settembre

Gli italiani rimandano a settembre il precedente Governo in materia scolastica: la Buona Scuola aveva acceso molte attese e anche qualche speranza, tutte disattese. Ma è quasi una bocciatura. L’alunno potrà rimediare?

Come sempre si riconosce uno scarso investimento da parte del Governo nel servizio scolastico che, nonostante le promesse, non riceve il sostegno di cui avrebbe bisogno, ma anzi sembra peggiorare nella sua offerta. Per questo motivo il giudizio di quest’anno appare al di sotto della risicata sufficienza raccolta negli scorsi anni. Tale opinione sembra essere stata intensificata dalla recente riforma scolastica (Buona Scuola) le cui misure, in un primo tempo guardate con speranza, si sono rivelate ad oggi del tutto inefficaci se non addirittura controproducenti”.

Traggo questa analisi dalla rilevazione 2016 sul “sentire degli italiani”, operata dall’istituto lombardo MPS (niente a che vedere con la banca toscana) e consegnata ad un libro che porta lo stesso titolo della rilevazione: Stetoscopio.

L’anno precedente gli italiani avevano aperto una linea di credito politico verso il Governo, che è andata disattesa e disillusa.

A parte il voto di insufficienza (si può sempre rimediare a settembre, appunto), cominciano ad aprirsi le prime crepe nella credibilità dell’istruzione pubblica, costantemente apprezzata in passato da nove cittadini su dieci. Almeno.

Riprende, poi, l’idea di mandare i figli a studiare all’estero: è il desiderio, l’idea o la volontà di una famiglia su quattro.

 

 

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