In principio era il jazz. Anche Per Luigi Tenco e per molti cantautori della scuola genovese, come De Andrè e come Bruno Lauzi.
In realtà, Tenco era nato in Piemonte, in un piccolo comune della provincia di Alessandria, ma la famiglia si trasferì poi a Genova; il futuro cantautore venne iscritto al Liceo classico Andrea Doria, dove ebbe come amico e compagno di banco Bruno Lauzi.
Tenco imparò da autodidatta a suonare il sax e il clarinetto e cominciò a esibirsi con qualche gruppo di giovani appassionati come lui, dilettanti con qualche qualità.
A soli 15 anni entrò a far parte di un gruppo che si richiamava a uno dei padri nobili del jazz, Jelly Roll Morton, a venti suonò nel Modern Jazz Group, assieme a un chitarrista che di nome faceva Fabrizio e di cognome De Andrè.
Nel 1960 incise un 45 giri che da una parte offriva una versione non memorabile di Parlami d’amore Mariù e sul lato B una canzone di George Gershwin, intitolata Our love is here to stay. Sul disco il nome che appare è quello di un improbabile Gordon Cliff, uno dei tanti pseudonimi scelti da Tenco nei primi anni della sua carriera.
In questa canzone Tenco canta, in inglese ovviamente, e suona il sax alto.