La Casa Rigata 6/ Una scatola da scarpe come culla per una bimba nata settimina

“Sono nata settimina e quando sono nata mi misero in una scatola da scarpe, che avevano imbottito con della bambagia, che era poi del cotone idrofilo regalato da un vicino che faceva l’infermiere.Sono nata settimina, e allora chi nasceva prima del tempo giusto aveva poche possibilità di sopravvivere, non ce la facevano a volte nemmeno quelli che nascevano giusti, cioè dopo i nove mesi.

Sono nata settimina, ero una bambina ed ero anche piccola, per forza perché non avevo avuto il tempo di crescere come si deve nella pancia di mia madre. Ma forse non ero cresciuta perché mia madre non stava bene, doveva lavorare e mangiava poco. Mangiava male e io mangiavo peggio dentro la sua pancia.

Sono nata settimina e mi misero in una scatola da scarpe per risparmiare sulla culla, sul corredo e sugli abitini.  Che poi non so mica se mia mamma avesse fatto in tempo a prepararli perché, per quanto fossimo poveri, una culla e un lenzuolino ce l’avevamo.

Sono nata settimina ma alla fine ce l’ho fatta, anche se dicevano che non sarei vissuta più di qualche giorno, una settimana al massimo, e tutti a guardare cosa succedeva in quella scatola da scarpe.

Che poi non so cosa ne hanno fatto di quella scatola da scarpe, non credo che sia servita ancora, perché rimanemmo un fratello e una sorella, cioè Bruno e io, l’Ines. Ma una scatola di cartone vale poco, come una bambina settimina che nessuno scommette che ce la farà e quindi la scatola e la bambina valgono allo stesso modo.”

 

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